Intervista al presidente Antonello Semplicioni

INTERVISTA AL PRESIDENTE ANTONELLO SEMPLICIONI A SEGUITO DEI SUCCESSI CONSEGUITI DAL “SETTORE GIOVANILE”  E DALLA “PRIMA SQUADRA”

Negli ultimi 10 giorni si è forse condensato il frutto del tuo impegno nel costruire una Società di livello nazionale, impegno durato oltre 30 anni . Come li hai vissuti questi giorni? 

Quando si arriva a risultati importanti, specie se ottenuti in così pochi giorni, è inevitabile ripensare alle tante tappe percorse in così tanti anni. Siamo partiti dai campini in terra battuta di Badia e siamo oggi a programmare il restyling completo degli impianti di Altopascio e di Badia stessa. Sono interventi estremamente impegnativi da un punto di vista economico, ma necessari se si vuole proseguire nel cammino intrapreso.

Voglio sottolineare che questo non è un percorso che ho fatto da solo, sono tante le persone che in questi 30 anni mi hanno  accompagnato ed in certi momenti anche sostenuto ed incoraggiato, alcune sono ancora accanto a me come Michele Albanese, Marco Grazzini e Carlo Carducci, altre hanno preso strade diverse ma sono state ugualmente importanti in questo periodo di crescita ma, quelle che voglio maggiormente ricordare, sono le persone che oggi non ci sono più come Pierluigi Regoli e “Nellone” Sevieri dei quali annualmente rinnoviamo il ricordo dedicandogli dei tornei. 

2) Vivendo la Società dall’interno si ha come l’impressione che sia cinque anni avanti nell’organizzazione societaria, nell’allestimento di progetti futuri e nelle metodologie di campo, rispetto alle altre pur ottime società toscane di dilettanti e forse non solo. C’è un segreto in tutto questo? 

La nostra non è una Società verticistica, si assegnano dei compiti in base alle competenze e si creano per ogni progetto dei “tavoli di lavoro” dove le persone si confrontano, espongono le loro idee alle volte anche contrastanti, ma arrivano poi ad una conclusione unica. Le Società, le aziende sono fatte da persone e la qualità delle aziende stesse dipende dalla qualità delle persone e dalla loro volontà di collaborare; se persone con competenze e qualità si confrontano e collaborano i risultati non possono che essere ottimi. 

Facciamo molta attenzione nella scelta delle persone, questo potrebbe essere il “segreto”. Per far funzionare un progetto come il nostro che coinvolge così tante persone, la scelta del custode del campo ha la stessa importanza della scelta di un direttore di area tecnica ed entrambi godono della stessa considerazione, 

3) Nella crescita della Vostra Società, che importanza ha avuto ed ha il rapporto con l’Inter?

Il rapporto con la società neroazzurra è iniziato 10 anni fa ed è andato sempre più consolidandosi nel tempo. Ci sono scambi quasi quotidiani di informazioni e di rapporti. Vengono a farci visita con i loro istruttori così come i nostri vanno da loro 1/2 volte al mese. L’apporto più importante è che ci hanno fatto crescere nella mentalità, dandoci continuamente input positivi. La cosa sorprendente è che tutto questo non lo hanno mai fatto calandolo dall’alto, ma confrontandosi con noi e con i nostri istruttori da pari a pari. Questo è stato un grosso insegnamento ed un ottimo esempio che ci insegna a rapportarci con gli altri in modo sempre rispettoso. Alcuni nostri ragazzi oggi sono presenti nel loro settore giovanile e altri probabilmente li seguiranno.

Cosa cambia nei vostri progetti futuri la promozione della prima Squadra in Serie D? 

Partiamo dal dire cosa non cambia. Non cambia l’approccio ai problemi ed al modo di affrontarli, cioè con il confronto. Non cambia che siamo una Società che ha alla base un settore giovanile importante, per cui la nostra prima squadra sarà la prima squadra del settore giovanile andando a chiudere un percorso che parte dai cinque anni e che arriva all’età adulta. A Livorno nella partita decisiva, il nostro portiere Di Biagio, era un ragazzo di 18 anni, la stessa età di Quilici, convocato per la Nazionale Dilettanti. Nel girone di ritorno dei convocati per le partite di prima squadra erano più i ragazzi che avevano meno di 20 anni che quelli con età maggiore. Cambia, invece, l’impegno economico ed organizzativo che sarà necessario per la gestione della prima squadra in un campionato che è a ridosso dei campionati professionistici. 

Cambia il fatto che avremmo più necessità di spazi, e quanto detto precedentemente per gli impianti di Badia ed Altopascio va in questa direzione. Sicuramente se oggi possiamo fare un progetto importante per la Prima Squadra lo dobbiamo all’ingresso della famiglia Vellutini, ingresso che ha apportato non solo energie economiche ma anche idee e capacità organizzative. Tutti elementi indispensabili per progetti ambiziosi come il nostro. Un’altra persona che è cresciuta con noi e che per professionalità e mentalità  costituisce un collante perfetto è Alessandro Del Carlo, persona imprescindibile per il nostro progetto nel suo insieme. 

Che legame avete con il vostro territorio? 

Le radici di questa Società sono ben piantate nel nostro territorio. Vogliamo essere presenti e se possibile di aiuto nel contribuire alla risoluzione dei problemi. E’ in quest’ottica che sono nati due progetti di cui siamo particolarmente orgogliosi in quanto esulano dagli ottimi risultati ottenuti sui campi, ovvero il progetto sulla disabilità ed il progetto di educazione motoria rivolto alle Scuole dell’Infanzia ed alle Primarie. Sono progetti nati quest’anno ma che hanno avuto già molti attestati di riconoscimento sia dalla nostra amministrazione comunale che dalla Regione stessa. E’ proprio con la collaborazione fattiva di questi Enti che contiamo di ampliare tali progetti. 

La Società ha un ottimo rapporto con Mangini e con tutto il Consiglio Regionale. Pensi che ci siano alcune riforme che dovrebbero essere attuate? 

All’assemblea Regionale di Gennaio, unitamente ad altre Società, abbiamo consegnato al Presidente Mangini un pacchetto di richieste da consegnare al nuovo Presidente della LND, nella persona del Dott. Giancarlo Abete. Alcune di queste, come la riforma dei campionati, sono ad avviso di molti, ormai improrogabili. La nostra proposta è di andare verso un sistema meritocratico dove ogni società è premiata con delle stellette che ne indichino, non solo i risultati ma anche le strutture, la parte organizzativa e quant’altro possa identificare il livello della Società. Questo sarebbe un sistema che potrebbe invogliare ad investire in Società sportive, anche molte aziende private . E’ tutto il “sistema calcio” che sta cambiando ed anche molte Società di dilettanti potrebbero trarre giovamento da riforme adeguate 

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