il nostro staff: Intervista a stefano gaddini

Stefano fai parte di un gruppo di lavoro che sta dando grandi risultati sia a livello di 1 squadra che di settore giovanile. Il tuo è uno di quei ruoli che da poca visibilità ma che gli addetti ai lavori sanno di essere di fondamentale importanza. Come vivi il rapporto all interno del tuo staff e come ti trovi con i colleghi?

Per ciò che mi riguarda sto benissimo all interno del gruppo di lavoro del quale faccio parte, con i mister Pucci e D Addario con il prof Secchiaroli e con il responsabile tecnico Romoli si è creata un atmosfera serena e al tempo stesso molto professionale.

All’interno della Società godi di grande considerazione. Da quanto tempo sei al Tau e come ti trovi? 

Il fatto che tu abbia detto che c e stima nei miei confronti all interno della società mi rende orgoglioso. Nel mio piccolo cerco di fare sempre del mio meglio per chi anni fa ha avuto fiducia in me, dal Presidente Antonello Semplicioni ai Direttori, prima Dante Lucarelli poi Antonio Paolini, che mi hanno dato l opportunità di lavorare con i portieri del Tau per tutti questo tempo. Sono infatti otto in totale gli anni che sono qua anche se intervallati da una parentesi di due anni alla Lucchese con berretti ed allievi nazionali ed una collaborazione di un anno part time con il Ghiviborgo in serie D. Parlando della crescita societaria, in particolare in questo periodo dopo tutti i traguardi appena raggiunti, posso affermare con certezza che e esponenziale sicuramente sotto l aspetto tecnico-sportivo, se poi si pensa ai nuovi obiettivi che si è posta a livello di rifacimento campi ed ampliamenti strutture, direi che ne potremmo vedere delle belle.

Il preparatore dei portieri ha un rapporto completamente diverso con i suoi ragazzi rispetto a quello che l’allenatore con i suoi 20 e passa giocatori . Il tuo è un rapporto molto più personalizzato. Credo che ciò influenzi moltissimo la personalità del ragazzo. Non si tratta solo di prepararlo tecnicamente c’è molto di più. Cosa ne pensi? 

Il fatto di lavorare con un numero più ristretto di ragazzi, di solito il gruppo di lavoro e composto da 4-5 portieri, permette di conoscerli bene a fondo, o almeno io ci provo a farlo, avendo poi un figlio poco più grande di loro che gioca a calcio vivo anche da genitore certe dinamiche per le quali credo di poter dar loro un maggior aiuto. Tuttavia ritengo che sia giusto che ognuno di loro abbia una propria personalità, più o meno forte che sia ma importante che sappiano prendersi le loro responsabilità e sappiano affrontare i vari problemi che la vita, sia sportiva che quotidiana, gli presenterà, sapendo che sul sottoscritto possono sempre contare.

Com’è cambiato il tuo ruolo con i nuovo compiuti che hanno oggi i portieri? Vedo infatti che dedichi molto tempo al miglioramento della tecnica con i piedi. Come hanno accettato i ragazzi un cambio così radicale? 

Sinceramente sono uno di quelli fermamente convinti che in primis il portiere debba parare, poi e vero che il ruolo e cambiato nel tempo e il saper usare bene i piedi e sicuramente un vantaggio, anche se in tanti casi ho come l impressione che tutto questo venga un po’ troppo estremizzato portando spesso il portiere a commettere errori talvolta grossolani quando basterebbe, in circostanze limite, un calcione di 50-60 metri e si eviterebbero certe figuracce. Per ciò che riguarda i ragazzi nei vari anni con i quali ho lavorato, i lavori che vengono proposti loro da dover utilizzare prevalentemente i piedi, ho notato che li svolgono molto volentieri anche se alcuni di essi, magari quelli meno pratici a questo tipo di gesto tecnico, lo digeriscono peggio.

Una settimana fa Di Biagio (classe 2004) a Livorno di fronte a 7000 spettatori ha parato un rigore decisivo per il passaggio in serie D della prima squadra. Quanto è cresciuto questo ragazzo e secondo te che prospettive ha ?

Ho avuto la fortuna di lavorare con Francesco, ed altri ragazzi, nei tre anni appena trascorsi, anche se un po’ a singhiozzi a causa dei noti problemi che ci sono stati, e sono felicissimo per lui per mister Cristiani che l ha fatto esordire in eccellenza e per Mister Bertenni con il quale ha lavorato quest anno. Secondo me è cresciuto moltissimo, oltre che fisicamente e tecnicamente ha fatto un gran balzo in avanti come personalità e carattere, prestazioni come quelle che ha fatto lui non solo a Livorno ma per tutto l anno quando e stato chiamato in causa, non è da tutti. Secondo me e un prospetto importante, dove possa arrivare e un po’ difficile dirlo, ci sono molte variabili da tener presenti, ma una cosa mi sento di dire senza problemi : se avrà la fortuna è la bravura di poter affrontare il suo percorso in maniera continua e costante può veramente levarsi delle grandi soddisfazioni, anche più grandi di quelle che si è appena tolto con la prima squadra del Tau, alla quale rinnovo i complimenti.

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