Hai iniziato il tuo percorso come educatore motorio nelle scuole primarie e dell’ infanzia. Come giudichi questa esperienza?
Questa è per me un’esperienza molto positiva che mi sta arricchendo tantissimo, soprattutto a livello umano, grazie all’affetto manifestato dai bambini nei miei confronti. Essendo per me la prima volta nelle scuole sono soddisfatto delle attività svolte fino ad ora, ma non voglio che il mio lavoro si limiti solo a far giocare e divertire i bambini, voglio entrare sempre di più in empatia con loro. Non li considero solo come alunni, ma come persone da ascoltare, capire e aiutare, cosa che cerco di fare anche con i miei bambini del CDF di Altopascio e della scuola calcio Inter di Lamporecchio, mettendocela tutta per riuscirci.
Hai anche altri impegni con la nostra società, tra i quali la scuola calcio Inter a Lamporecchio, riesci a conciliare il tutto con i tuoi impegni universitari?
Sto dando il massimo per riuscire a far conciliare bene tutto, anche se non è facile. È un lavoro che comporta sacrificio e delle rinunce, che però non mi pesano. Credo che tutto questo derivi dalla passione che ho per il calcio e per tutte quelle soddisfazioni che sono in grado di darti solo i bambini.
Ritieni che questa esperienza con la nostra società ti abbia arricchito sotto il profilo umano e professionale?
Tutte le esperienze fatte fino ad ora mi hanno dato modo di crescere, sia come istruttore, grazie a tutte le nozioni apprese sia in campo che fuori, ma anche come persona. Rispetto a quando sono entrato in questa famiglia qualche anno fa, mi sento più maturo, sono consapevole che ho ancora tanto da lavorare e da imparare, ma credo di essere nel posto giusto per poterlo fare. Per tutto ciò devo molto a Paolo Lepori e Francesco D’Addario, che mi hanno accolto in questa famiglia, dandomi sempre fiducia e sicurezza, anche nei momenti più difficili e mi hanno sempre messo nelle condizioni giuste per potermi esprimere al meglio.
Parlaci della visita fatta recentemente presso le strutture dell’Inter.
È stata un’esperienza fantastica, si tratta di una realtà diversa, che non avevo mai vissuto prima d’ora e mi ha lasciato molte cose positive su cui poter lavorare. Abbiamo assistito agli allenamenti delle loro giovanili e visto lo sviluppo della loro metodologia di lavoro, sulla quale si basa anche la nostra società. Ottimi anche i confronti con i tecnici dell’Inter, che si sono messi a nostra completa disposizione. Ma questa esperienza è stata resa ancor più speciale, grazie ai miei compagni di viaggio, ovvero gli istruttori Marco Grazzini, Francesco Scardigli e Alioscia Rocchiccioli che ringrazio di cuore per avermi dato questa possibilità.
Come ti descriveresti come giovane che vive in un’epoca dove i social stanno cambiando completamente il nostro modo di vivere?
Sono una persona che riconosce gli enormi vantaggi derivanti dai social, ci permettono di rimanere sempre aggiornati su tutto; oggi sono diventati i più efficaci mezzi di comunicazione, ma credo che sia necessario bilanciare bene il loro utilizzo, senza che diventino una dipendenza. Personalmente preferisco di gran lunga uscire all’aria aperta, piuttosto che passare troppo tempo sui social.