Il nostro staff: intervista a Corrado Colombo

Parliamo del nostro staff: 

Oggi abbiamo intervistato Corrado Colombo, attuale responsabile tecnico della Scuola Calcio Inter del Tau Calcio. Una carriera trascorsa sui campi di Serie A, B e C, con esperienze in squadre importanti come: Atalanta, Sampdoria, Livorno, Bari, Torino, Hellas Verona e, infine, Pistoiese, con la cui maglia ha concluso la sua carriera nei professionisti.  

Dopo la vita da calciatore cosa hai fatto? 

“Ho giocato ancora un po’ per divertirmi e poi ho fatto due anni alla Pistoiese Academy come responsabile tecnico e altri due anni alla PCA Hitachi che è sempre una scuola calcio di Pistoia. Sono stato due mesi al Tempio Chiazzano e poi è arrivata la chiamata del Tau con il quale avevo comunque già collaborato negli anni”. 

Come ti stai trovando al Tau?

“Sono stato accolto molto bene da tutti. Venire qui mi ha fatto tornare la voglia che avevo da bambino di stare in campo tutto il giorno. Tutte le persone che compongono la società Tau conoscono bene il calcio e hanno tantissima passione, per non parlare poi dell’organizzazione e delle strutture che ci vengono messe a disposizione. Agli istruttori e ai bimbi non manca mai niente, proprio come nelle squadre di alto livello. Sarà sicuramente un’occasione di crescita personale e spero di poter dare il mio contributo a questo progetto”.

In cosa consiste il tuo ruolo?

“Sono responsabile tecnico della Scuola Calcio Inter e mi occupo di valutare il lavoro degli istruttori cercando di dar loro più consigli possibili per migliorare il loro approccio sul campo. Inoltre, curo la fase offensiva dei 2007 e 2008”. 

La tua carriera ti è stata utile per poter comprendere meglio gli errori? 

“Sicuramente mi ha fornito un’esperienza diretta sul campo. Ho lavorato con molti allenatori e sono stato io per primo un giocatore. Chiaramente ora ricopro un ruolo completamente diverso e collaboro con istruttori che, dal punto di vista didattico, ne sanno anche più di me. Quello che io posso fare è consigliarli sulle sfumature del lavoro, correggendo quei dettagli che poi possono fare la differenza, soprattutto con i più piccoli”. 

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