Filippo Pelamatti

Responsabile Attività Motoria del Centro di Formazione Inter e Preparatore Atletico dei Giovanissimi Elite

Parlaci di te… passato da calciatore?

Inizio a giocare a 5 anni. La mia prima società è la Folgor Marlia dove rimango per circa 10 anni. Vivevo il calcio con assoluta serenità, giocare per me era la cosa più bella del mondo ma non ho mai aspirato a diventare un giocatore. Successivamente passo all’Oltreserchio dove passo due anni bellissimi nella categoria allievi B e allievi A. A 17 anni dopo 5 mesi negli juniores mi ritrovo in seconda categoria a San pietro a Vico. A 22 inizio le prime esperienze come preparatore atletico e dopo poco mi dedico completamente a questa nuova vita.

Parlaci dei motivi che ti hanno fatto scegliere il tuo percorso attuale di responsabile area motoria.

La scelta di diventare preparatore atletico nasce all’università dopo il primo anno di scienze motorie. Volevo restare nel mondo del calcio. Giocare non mi regalava più quelle emozioni che avevo da bambino, però allo stesso tempo pensavo che il calcio giovanile avesse bisogno di figure che aiutassero gli allenatori a prendere le decisioni migliori per i ragazzi.

Cosa ci dici della tua vita privata.

Mi reputo una persona molto riservata, come del resto la mia famiglia. Sono nato a Lucca e oltre al Tau Calcio sono insegnante di educazione fisica. Appassionato di sport in particolare calcio, basket, montagna e ciclismo. I miei idoli sono Javier Zanetti, Kobe Bryant, Walter Bonatti e Marco Pantani. Le mie fonti d’ispirazione. Mi piace la musica, andare ai concerti stare con gli amici e sono appassionato di politica. I miei genitori, le persone più importanti della mia vita, mi hanno sempre sostenuto in tutte le mie scelte lavorative, scolastiche e personali. Insieme alla mia ragazza, futura madre di mio figlio che nascerà a luglio sono i miei punti fermi.

Cosa ti ha convinto nella scelta di lavorare per una società come il Tau Calcio?

Nell’estate del 2021 finisco la mia avventura nel settore giovanile della Lucchese. Venivo da 5 anni in settore giovanili professionistici e 4 anni di CFT con la federazione. Una mattina di giugno ricevo una telefonato dal Direttore Marco Bertelli. Dopo solo un incontro con lui e dopo aver conosciuto il Presidente Antonello Semplicioni ì, non ho dubbi . Mi convince subito il progetto e tutte le persone che ruotano all’interno del mondo Tau.Instauro in pochissimo tempo un ottimo rapporto di fiducia con gli allenatori. A distanza di 2 anni posso dire di aver fatto la scelta migliore.

Parlaci del tuo lavoro all’ interno del Tau calcio e del CDF.

Da due anni ricopro il ruolo di preparatore atletico nella categoria Giovanissimi A. All’interno del CDF sono il responsabile dell’area Motoria. Insieme a me ho il piacere di lavorare con altri due preparatori: Teo Cicalini con il quale collaboro da 3 anni e il prof. Stefano Carino. Quest’anno abbiamo fatto partire un progetto che porta a valorizzare maggiormente il singolo ragazzo. Svolgiamo oltre alla nostra stazione motoria con il gruppo squadra, dei lavori personalizzati specifici per ogni giocatore. Il ragazzo viene fatto uscire per alcuni minuti dalla seduta con la squadra e svolge con noi lavori personalizzati per migliorare alcune eventuali lacune o potenziare aspetti che possono valorizzarlo ancora di più.

Che opinione hai rispetto alla troppa importanza che secondo molti addetti ai lavori diamo al risultato?

Penso che nel settore giovanile noi allenatori e preparatori dobbiamo fornire i mezzi ai giocatori. Ogni ragazzo deve avere una mentalità vincente ma il focus nel settore giovanile deve essere la crescita di ogni singolo giocatore e il risultato sarà la naturale conseguenza. Allo stesso tempo abbiamo anche il dovere di educarli a saper perdere. La sconfitta come l’errore è un tassello importante per la crescita dei ragazzi e va vissuto in maniera propositiva e non negativa.

La preparazione motorio-coordinativa è in continua evoluzione, che differenze trovi rispetto a qualche anno fa?

Per anni la parte atletica veniva vista come un compartimento a sé. Finalmente dopo anni siamo riusciti a integrarlo all’interno della parte tecnico/tattica. Anche io se mi guardo indietro e penso ai lavori motori e atletici che ho fatto fare, ho commesso sicuramente alcuni errori. Questi errori però allo stesso tempo mi hanno fatto crescere e come me molti altri preparatori. Il calcio e la preparazione atletica sono in continua evoluzione e questo è un dato di fatto. Penso però che il fulcro fondamentale dal quale non bisogna mai distogliere l’attenzione sia la tecnica del giocatore e soprattutto le emozioni che ognuno riesce a trasmettere a quel pallone.

FOTO NUCCI

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